Le cittadine ed i cittadini più abbienti si distinguevano dai »comuni« anche per tipo di abbigliamento, sia per foggia che per tipo di stoffa.

L'abito cittadino femminile è uno degli indumenti indossati dalle cittadine nella prima metà del XIX secolo. Si tratta di un abito unico lungo con la gonna a campana, arricciata ed attillata in vita. La parte superiore arrivava fino al mento, era impreziosita con pizzi ed orlature, sul petto veniva fissato un fiore di stoffa. Le maniche erano attillate, il risvolto ornato di pizzo; veniva altresì usato il corsetto (un capo intimo che comprendeva sia il reggiseno sia il busto), una sottogonna e dei mutandoni lunghi sotto il ginocchio. Ai piedi s’indossavano degli scarponcini o degli stivaletti al polpaccio. In testa si portava un cappellino alto e ornato. Gli accessori d'abbigliamento erano composti da guanti, ombrellino e borsetta di piccole dimensioni, a forma di sacchetto, denominata pompadour.

L'abito cittadino maschile era composto dalla camicia, da un fazzoletto da portare al collo, dal panciotto, pantaloni, frac, scarpe e copricapo. Il capo più peculiare era il frac, che dal 1790 al 1850 era indossato sia di giorno che di sera, ed un cilindro alto. All'inizio del XIX secolo, il frac, che fino ad allora veniva indossato solo da ufficiali, diviene un abito diffusamente portato in città. I nobili ed i cittadini indossavano delle lunghe giacche ed il frac, che erano entrambi abiti »per l'esterno«; per le grandi occasioni, invece, veniva usato soltanto il frac. Sotto indossavano una camicia bianca con un colletto ritto; i polsini e le punte del colletto spuntavano dal di sotto del frac. Al collo portavano una sciarpina (cravatta) annodata con nodo semplice o con un fiocco. Il panciotto era in tinta unita o colorato, viene leggermente allungato verso la metà del XIX secolo e spesso presentava un colletto ritto. I pantaloni erano attillati, molto lunghi e tesi (grazie ad una cinghia o un nastro portati sopra la scarpa o sotto di essa), possibilmente decorati ai lati. Le scarpe per uso quotidiano erano spesso alte, con inserto elasticizzato; in occasioni speciali venivano indossate scarpe basse. Il bastone era un accessorio immancabile, soprattutto durante le passeggiate.

Nel XIX secolo, fanno la loro comparsa abiti specifici per bambini; in Slovenia questo accade soltanto verso la fine del secolo. Fino ad allora ci si limitava semplicemente a replicare in dimensioni ridotte i modelli per adulti; i bambini più piccoli, circa fino al terzo anno di età, erano solitamente tutti vestiti nello stesso modo, cioè con una specie di camicione. In seguito, sia i bambini sia le bambine fra il quarto e settimo anno erano vestiti con lo stesso tipo d’abito, differenziandosi unicamente nell'abbottonatura (per le femmine, dietro, per i maschi, davanti), nei colori e nelle stoffe. Evidentemente, il vestiario dei bambini benestanti era diverso da quello dei bambini più poveri. Inoltre, i primi possedevano un maggior numero d’abiti realizzati con stoffe più preziose. Verso la fine del XIX e all'inizio del XX secolo, diventano di moda i così detti »abiti alla marinara« per ambe due i sessi.

L'abito da bambina è sempre molto ampio, con le maniche attillate fino ai polsi, ed è stretto in vita con un nastro; una bordura decorativa veniva applicata sotto la vita ed arrivava al ginocchio. Il colletto era bordato di pizzo. Nei capelli, le bambine portavano un nastro; ai piedi, i calzettoni e gli stivaletti al polpaccio. Portavano anche dei corsetti che, tuttavia, non erano così stretti come quelli delle donne adulte.

L'abito da bambino è sostanzialmente rappresentato dal così detto »abito alla marinara« composto da camicia, giubbino e pantaloni fino al ginocchio. Una caratteristica dell'abito alla marinara, normalmente di colore bianco, era l'ampio colletto che copriva le spalle e aveva una banda di colore blu che ornava anche le maniche. Ai piedi, i bambini indossavano calzettoni lavorati ai ferri e scarponcini.